I cambiamenti richiedono tempo. Noi stessi richiediamo tempo. Tempo per studiare, per lavorare, per amare. Tempo per stare: stare dentro noi stessi, nelle nostre emozioni, nelle nostre incomprensioni. Tempo per stare nelle nostre fragilità, per osservarle, per accarezzarle, per scoprire tutto ciò è coperto, per rispolverare tutto ciò che è pieno di polvere.
La primavera ha bussato alle nostre porte, senza fare rumore, senza farsi quasi notare. Un attimo fa era ancora inverno, con le sue giornate corte, e i suoi colori spenti. Ma, in una danza di sole e di luce, la primavera è tornata. E, con lei ritornano le giornate più lunghe, i colori più accesi, gli alberi fioriti. Come un ciclo che non ha mai fine, come una vita che gira intorno a sé stessa per trovare continuamente il suo centro, senza sapere che, il suo centro, è proprio lei.
Come ogni stagione, anche la primavera richiede tempo: aspetta, senza pressione, che arrivi il suo equinozio, si fa desiderare, si svela a cavallo dell’inverno, in tutta la sua bellezza, in tutti i suoi contrasti. La primavera è il tempo dei contrasti: la luce che si contrappone al buio dell’inverno, il tepore del caldo che si contrappone al freddo dell’inverno, i giubbini di pelle che sovrastano, e bypassano, i piumini dell’inverno. Eppure, l'inverno e la primavera non si sentono in contrasto, vengono messi in contrasto. La primavera è la naturale prosecuzione dell’inverno, la sua immutabile conseguenza. Una conseguenza del buio, del freddo, e dei colori spenti. È la prosecuzione della fioritura che avviene durante l’inverno. Gli alberi possono fiorire in primavera proprio perché hanno vissuto il tempo dell’inverno. Le giornate possono godere di qualche ora in più di luce proprio perché, quella stessa luce, ha vissuto il tempo del buio durante l'inverno.
Per fiorire, per sbocciare, per diventare, bisogna prima saper essere. Essere dentro sé stessi, nel proprio dolore, nelle proprie emozioni. Essere in un tempo che ancora non è, ma che presto sarà. Mettersi a guardare sé stessi, stare in compagnia di sé stessi. Perché, solo se sappiamo stare con noi stessi, potremmo stare anche con gli altri. Ogni più piccolo passo, ogni cambiamento, richiede un movimento. Un movimento di attesa. Un movimento che è delimitato da un tempo specifico, e che richiede un tempo specifico, per potersi compiere. Un movimento che non si nutre della frenesia quotidiana, ma del tempo della vita. Quel tempo che definisce il nostro spazio personale, e peripersonale. Quel tempo che narra la nostra esistenza, che è la nostra esistenza. Quel tempo che ci accoglie, che ci coccola, che ci consola. Quel tempo che stira le pieghe del nostro dolore.
Una frase di Stefano Benni recita:
Se i tempi non richiedono la parte migliore di te, inventa altri tempi.
Inventati tu, in questo tempo. Ma, datti sempre il tempo, per inventarti. Prenditi il tuo tempo, respira il tuo tempo, assapora il tuo tempo. Perché è tuo, solo tuo. È il tempo del tuo vivere, e del tuo vissuto. È il tempo del tuo sentire. È il tempo delle tue scelte. È il tempo del tuo amare, e del tuo amore. È il tempo della tua forza, e della tua debolezza. È il tempo che ti circonda, che rincorri, con cui ti azzuffi, e ti scontri. Eppure, ci sei sempre tu, nel tempo. Sei tu, il centro del tuo tempo. Sei tu, al centro del tuo tempo.
In questa stagione, oggi, e sempre, vivi il tempo dell'attesa, della noia. Vivi il tempo che ti si apre davanti. Fai le tue scelte con la consapevolezza che, ogni trasformazione, ha bisogno di tempo. Vivi con la consapevolezza che, anche tu, hai bisogno di tempo. Hai bisogno di tempo per digerire quel boccone troppo amaro e poco sapido. Hai bisogno di tempo per arrivare dove vuoi arrivare, dove desideri arrivare. Hai bisogno di tempo, perché ti passi quel mal di testa che ti tormenta da giorni. Hai bisogno di tempo per vivere il tuo, di tempo. Hai bisogno di tempo, perché tu possa cambiare. Datti il tempo necessario per maturare, per evolvere, per crescere. Rimani comodo nel tuo, di tempo. Prenditi tutto il tempo che ti serve, perché, prendersi il proprio tempo, è l’atto d'amore più grande che si possa fare. È la rivoluzione più potente che sia mai esistita.