Spesso per ritrovarsi è necessario perdersi. Allontanarsi dalle certezze, dalle profonde convinzioni, dal rumore eccessivo e sovraffollato dei pensieri. Non serve poi così tanto né andare così lontano. Una passeggiata all'aria aperta, due gambe forti a cui aggrapparsi e un cuore animato dalla voglia di battere sempre più forte, di pompare sempre più sangue.
È difficile seguire sé stessi, il proprio istinto, quando tutto ruota al contrario. Magari vorremmo anche non dar peso a ciò che ci viene detto, ma sembra quasi inevitabile. Essere uomini, in fondo, vuol dire anche questo: rivedere noi stessi in ciò che diciamo o in ciò che ci viene detto. Siamo lo specchio in cui rifletterci. Vorremmo vederci sempre chiari e limpidi ma, le parole che riceviamo le consideriamo così tanto nostre da scriverle continuamente su questo specchio. E, quando diventano tante, troppe, offuscano la nostra immagine e ci fanno essere come gli altri ci vedono. Non più noi stessi, ma loro, quelli che ci hanno etichettati in tanti modi diversi.
Eppure, noi sappiamo di non essere così. C'è quella piccola lucina, dentro di noi, che ci ricorda che noi siamo e saremo sempre cosa noi scegliamo di essere. Ma, per ammetterlo a noi stessi e trasformare questa luce in un lampione ci vuole coraggio. Coraggio ad essere sé stessi. Coraggio a lasciare andare le dicerie. Coraggio a camminare controcorrente, a guidare contromano. Perché non esiste sempre un unico senso di marcia, a volte anche ad un senso unico può essere aggiunta una corsia.
Ed è proprio vero che
come recita un proverbio tibetano. Non esiste un limite, un ostacolo insormontabile per chi ha ben in mente dove vuole arrivare. Non a caso le parole auguri e auguro cambiano di un'unica vocale. Quando noi diamo gli auguri a qualcuno, in realtà, ci stiamo augurando quelle stesse identiche cose. Sembra un atto quasi scontato eppure, ci fa sentire più vicini alla nostra meta, anche se siamo a mille miglia di distanza. Ci fa dire a noi stessi che ce la possiamo fare, ci possiamo arrivare. Serve dedizione. Serve sacrificio. Ma il traguardo non è mai troppo lontano.
Anche solo scegliere un obiettivo non è assolutamente scontato. Si parte sempre con un passo, un piede avanti, una parola. La fine non è mai visibile ma, d'altronde, è davvero più importante vedere l'orizzonte invece del singolo percorso? È più bello, invece, godersi ogni istante, quasi fotografarlo per averlo sempre con noi e dentro di noi. Perché noi siamo quegli attimi, quei passi, quelle vie battute. Noi siamo tutto ciò che viviamo, che scegliamo, che amiamo, che desideriamo. Noi siamo tutto ciò che ci raccontiamo, ma anche ciò che vivremo e ci racconteremo.
La giusta direzione è, allora, quella che sentiamo dentro di noi. Quella sinderesi che ce la indica, ma non ce la impone. La giusta direzione è il sapore della nostra pelle in queste giornate d'estate. La giusta direzione è il sorriso con cui dovremmo guardare la vita e amarla così com'è. La giusta direzione è il flusso di amore che ci scorre dentro. La giusta direzione è quella che scegliamo, anche contromano, anche controcorrente, anche senza nessuno che ci segua.