Pioggia

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19/12/2024

Novembre-pioggia: un connubio indissolubile. Novembre porta sempre con sé il sapore della pioggia. Novembre si impregna sempre dell’odore della pioggia: quell'odore che fa da sfondo alle passeggiate, con la coltre di nebbia posata sulle strade. Quell'odore che arriva alle narici, forte, intenso, proprio dopo aver piovuto. Quell'odore che ti puoi far scivolare addosso, o che ti può far scivolare sulle pieghe, bagnate, della tua esistenza

Non tutti i materiali reagiscono allo stesso modo al contatto con l'acqua. Ci sono oggetti fatti di un materiale idrorepellente, che sembrano asciutti anche quando stanno sotto correnti d'acqua. Ci sono oggetti che, invece, si inzuppano con una sola goccia di acqua. La nostra vita stessa si alterna tra momenti di idrorepellenza, e momenti di totale permeabilità. Siamo idrorepellenti al contatto con le nostre paure. Paure che tentano di invadere la nostra vita. Paure che, con la loro onda, sperano di bagnare anche un solo centimetro del nostro corpo. Paure che si scontrano con la nostra resilienza, con la capacità di stare davanti alle intemperie, anche se si vorrebbe scappare. Ma, diventiamo permeabili quando sono le emozioni a chiamarci. Diventiamo permeabili quando non c’è razionalità che tenga, davanti a quello che proviamo, davanti a quello che viviamo

L’uomo è quello che sente. L’uomo è tale proprio perché sente, prima di pensare. La parte emotiva arriva sempre prima di quella cognitiva. Possiamo gestire quello che proviamo, ma non possiamo scegliere di non provare emozioni. L'attività cerebrale è connessa strettamente alle emozioni, ai cambiamenti neurofisiologici che le emozioni producono. C’è un’individualità intrinseca in ciascuno di noi. Un’individualità che non è dettata solo dal codice genetico che abbiamo, ma dall’identità che ci riconosciamo. Un’individualità che ci permette di camminare come solo noi sappiamo camminare, di parlare come solo noi sappiamo parlare, di ridere come solo noi sappiamo ridere, di piangere come solo noi sappiamo piangere. Un’individualità che ci rende tutti diversi, ma anche tutti uguali: tanti piccoli pezzi di puzzle sparsi, da riunire nel quadro della vita, in un quadro che è la vita. 

Spesso, ci dimentichiamo di quanto siamo individui individuati. Individuati nelle nostre giornate, nel nostro lavoro, nei nostri studi. Individuati nei ruoli che rivestiamo. Quei ruoli che ci permettono di definire la nostra realtà esterna, tangibile, e la nostra realtà interna, psichica. La nostra individuazione passa inevitabilmente attraverso la separazione. Si parla, infatti, di processo di separazione e individuazione. Bisogna separarsi, per iniziare a conoscersi. Separarsi dalle strade già percorse, da quelle già tracciate, da quelle già scavate. Bisogna separarsi da ciò che rassicura, per avvicinarsi a quello che fa più paura

Una famosa frase di una canzone di Fiorella Mannoia recita:

 

Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso.
Fiorella Mannoia
   

Qualunque sia la lotta, qualunque sia la sfida, vale sempre la pena. Vale la pena mettersi in discussione, se si arriva a un nuovo livello di consapevolezza. Vale la pena allontanarsi, se serve per ritrovarsi. Vale la pena amare, se serve per amarsi. Vale la pena amarsi, se aiuta ad amare. C’è sempre uno scopo, anche nella salita più faticosa, anche nella più intrecciata delle vite.

Siamo un po’ come la pioggia. Quella pioggia che, con il suo rumore, silenzia tutto il resto. Quella pioggia che, a volte, fa paura. Fa paura per la sua impetuosità. Fa paura per la forza che le goccioline di vapore acqueo usano per unirsi, e diventare pesanti, più pesanti del grembo che le partorisce, più pesanti del corpo che le contiene. La pioggia è dura, ma necessaria. Le nostre stesse separazioni sono dure, ma necessarie. E, proprio come la pioggia è il preludio di un nuovo arcobaleno, le nostre separazioni sono il preludio di nuove scoperte, nuove consapevolezze, di una versione sempre fresca di noi stessi. Non resta che metterci accanto a lei, alla pioggia, e danzare sulla pista, magari bagnata, magari scivolosa, delle nostre più grandi paure.