di Antonella Natalia Mecca

"Le parole da scegliere e le parole da evitare per una vita felice." Questo è l'incipit del libro. Così inizia il viaggio alla ricerca di ciò che, da sempre, ci sfugge e da cui tentiamo di fuggire: le parole. Quante volte ci è stato detto che le parole fossero pietre? Quante volte ci siamo sentiti inadatti pronunciando determinate parole, in un momento di rabbia o di crisi? Le parole ci idealizzano e vengono idealizzate. Sono lo strumento principe e il princìpio della comunicazione verbale. Sono una parete libera, a cui possiamo attingere se, nei meandri del nostro io, dovessimo sentirci inadatti e incompresi. 

Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica applicata al business, ci accompagna in un viaggio alla scoperta di quello che più ci attanaglia: scegliere quali parole utilizzare, quali evitare, come ponderare ciò che si dice. Fin da bambini, infatti, ci sono state rivolte spesso parole dure che, nella nostra ingenuità, ci hanno ferito e plasmato come gli altri volevano che noi fossimo. Però, i bambini sono nati per trovare il migliore adattamento possibile, anche in mezzo alle macerie. La differenza è che, da adulti, quelle stesse macerie ci schiacciano, rendendoci inerti e incapaci di scegliere ciò che è meglio per noi. 

Non possiamo controllare quello che gli altri dicono o fanno con e verso di noi. Possiamo e dobbiamo, però, arginare ciò che ci fa stare male. Noi siamo chi scegliamo di essere. E, il nostro essere, passa anche attraverso quello che ci raccontiamo. Se crediamo di essere sfortunati, o infelici, probabilmente lo saremo. E non perché siamo dei maghi predittivi del futuro. Semplicemente - anche se tanto semplice non è - perché il nostro cervello mette in atto quegli stessi comportamenti che ci portano ad essere "sfortunati." La responsabilità è sempre e solo nostra. Solo che, a volte, è più comodo prendersela con il mondo intero: ci esula dalla sofferenza, dalla sconfitta, dal vuoto che sentiamo di avere. Invece che aggirare quel vuoto, sarebbe utile guardarci dentro. Ci scopriremo come siamo, senza filtri. E, il dolore non sarà un punto di arrivo ma un punto di partenza. 

Se parti pesante, inizierai ad affaticarti e sentire dolore. Toccherà, allora, buttare via molte cose per rendere la tua valigia leggera. Un po' come le parole, che ci appesantiscono l'anima, il cuore, il cervello. Producono un mix biochimico che ci anestetizza. Ma, non è tanto importante scegliere la stazione più bella per partire. Quello che conta è scegliere la stazione in cui vogliamo arrivare e piantare radici. Allo stesso modo,

Le parole che usi dicono da dove vieni, le parole che scegli dicono dove vuoi andare.

Paolo Borzacchiello

Il passato, per definizione, è qualcosa che, ormai, non c'è più. Quando superi un ostacolo, l'ostacolo non scompare. Se ti giri lo ritrovi fermo lì dove lo hai lasciato, a ricordarti che tu puoi. Puoi dare forma ai tuoi sogni. Le parole che abbiamo usato o che ci hanno rivolto non ci cristallizzano. Possiamo capirle e cambiarle, scegliere quelle che più si adattano a noi. Avere contezza che una taglia troppo piccola stringe e una troppo grande scappa. Dobbiamo, appunto, dire "basta" e andare avanti. 

Più che un libro da leggere, "Basta dirlo" diventa un libro da studiare. Una guida che ci accompagna nel buio delle nostre giornate. Un mantra da ripetersi per ottenere davvero effetti. Non cose spicciole, ma cambiamenti duraturi. Basta iniziare a leggerlo.