di Antonella Natalia Mecca

Nei meandri della nostra più profonda solitudine, si nasconde il nostro io più vero, la nostra persona, quella che troppo spesso lasciamo in disparte, rimuoviamo, perché affrontarla fa troppo male. Ma, noi siamo un calderone in ebollizione: se un coperchio ci soffoca, eruttiamo più forte che mai. Come ha fatto Luca, quando il passato è tornato a bussare alla sua porta: puoi non aprirlo subito, ma finirai per non poter uscire più di casa, quella che è la tua casa. 

Brillante, educato, bello, atletico, studioso. Luca ha tutte le carte in regola per poter essere chi vuole essere. Dall'esterno è un ragazzo inscalfibile, invidiato da tutti, con una fidanzata ormai diventata una certezza. Ma, niente è mai come sembra. C'è sempre un'ombra dentro la luce, un riflesso che ti fa specchiare per quello che realmente sei: diverso. Diverso da come gli altri ti vedono. Diverso perfino dall'immagine che tu hai di te stesso. E, questa diversità ti fa tanto paura. Tu stesso hai paura. Paura di deludere, e deluderti. Perché, quando vivi la vita che gli altri designano per te, tu nella tua non ci entri mai davvero. 

Eppure, prima o poi arriva. Arriva qualcuno, o qualcosa, che per forza di cose ti ci butta in quella vita, ti fa riaprire gli occhi, ti fa annaspare perché sa che, in fondo, tu imparerai ugualmente a rimanere a galla. Diana è, per Luca, quel qualcuno: la custode di un segreto indicibile, la mina che farebbe cadere tutto il castello di bugie che Luca si è costruito attorno a sé. Ed ecco che, allora, pur soffocando, Luca inizia a fare esattamente tutto ciò che Diana gli ordina. Mai una cosa di più, mai una di meno. Sa che si trova in un limbo, dove un passo falso può costargli davvero caro. Sa che, alla fine, i prezzi si pagano sempre. 

Luca lo capisce. Luca lo impara a sue spese, che i conti prima o poi tornano. Che non puoi estrarre un dado, e non fare esattamente i passi indicati dal quel fatidico numero. Soprattutto se, quel numero, è l'amore. L'amore che ti lega ad una persona. L'amore che ti ha fatto rivedere la luce, quando attorno a te era solo buio. L'amore che ti ha fatto battere il cuore, quando, per troppo tempo, il tuo cuore pompava sangue solo per vivere. Ora, la tua vita dipende solo da te. Dalle scelte che sei in grado di compiere, dalle verità che sei in grado di dire, o dalle bugie che sei in grado di inscenare. È una grande responsabilità, ma anche un grande sollievo. Una liberazione da tutti i paradigmi precostituiti, da tutte le aspettative che gli altri hanno su di te. Aspettative che, in realtà, tu sai non appartenerti. 

Quegli ordini, allora, velati anche da un tono di minaccia, diventano la vera occasione, per Luca, di riordinare la sua vita: dire ad un padre poco presente tutto ciò che non ha mai avuto il coraggio di dire, togliersi maschere diventate ormai oscure, lasciare una ragazza che non amava più da tempo. Giorno dopo giorno, Luca inizia ad essere, semplicemente, Luca. Gli costa dolore, fatica, lacrime, insonnia, attacchi di panico perenni. Ma, è nella fragilità che riemerge. È nella sofferenza che si ricostruisce. Perché, è proprio vero:

Si può guarire da qualunque cosa.

Marzia Sicignano

Che sia una storia durata anni, una ferita che profluvia sangue, una paura che ci blocca. Si guarisce, e si sopravvive. 

Dove ti nascondi è un po' il nostro ordine. Quel comando che ci permette di guardarci dentro, quel filo che, se tiriamo eccessivamente, finisce per spezzarsi. Perché, a nascondino, in fondo, giochiamo sempre, giochiamo tutti. Giochiamo con i nostri segreti, con le nostre paure, con le nostre lacrime, con i nostri momenti di sconforto. E, speriamo che nessuno ci veda, quando stiamo male, quando siamo nervosi, quando vorremmo solo scoppiare. Ma, è lì, proprio lì, che si nasconde la nostra essenza. Sapere che c'è qualcuno pronto ad accoglierci, ad amarci anche dove fa più male, è il nostro respiro. Il respiro di sollievo che tiriamo quando accettiamo che, smascherarsi, è molto più semplice che continuare a tenerle addosso, quelle maschere.