di Antonella Natalia Mecca

Come vivremmo se le parole scomparissero dal nostro mondo? Cosa useremmo per descrivere l'amore, l'amicizia, tutta la bellezza che ci circonda? È l'esperimento che ha voluto fare Enrico Galiano. È il male che si impossessa delle menti delle persone, illudendole che nulla in realtà stia accadendo. È la verità che stiamo scoprendo in questi tempi, dove sembra quasi che nulla più possa essere detto. 

Samu è un ragazzino delle medie. Impacciato, solitario, con un mondo dentro che fatica ad esprimere. È un diverso, colui che è appunto fatto di versi, parole, pensieri che hanno bisogno di dinamicità e movimento per poter fluire liberi, incontrollati, straripanti. Vive nel suo mondo, quello costellato dai suoi amici Talpa e Nico, e da una ragazza che porta il sole nella sua vita: Rachele. Ma, si sa, conquistare l'amore della propria vita è sempre difficile. Ammesso che, a quell'età, si sappia davvero cosa sia l'amore. Ecco che, però, un bel giorno la diversità inizia a farsi sentire in modo prepotente. Il giorno in cui iniziano a scomparire le prime parole. 

Certo, finché scompaiono parole come marmitta o caballa, il male è anche sopportabile. Ma, la situazione inizia a peggiorare di giorno in giorno e urge un aiuto: l'aiuto di chi quelle parole ancora le ricorda. Samu è uno di quelli che vengono definiti ricordaparole: rare persone che sono ancora in grado di ricordare quelle parole scomparse nel nulla. Con il genio di una vecchia professoressa, Nonnasquì, viene creata un'improbabile società: La Società Segreta dei Salvaparole. Con tanto di regole e firma per sigillare il tutto, la società inizia a dare vita al suo operato. Operato che dura poco, perché il pericolo è sempre dietro l'angolo. 

Eppure, per combattere il male è necessario il bene, perché bene e male competono e, talvolta, si completano. Samu si addentra nel male e nei pericoli, scoprendo un coraggio a lui sconosciuto: il coraggio di chi sa quali sono i propri obiettivi, di chi sta per salvare il mondo. Le parole non costellano soltanto la nostra vita, non sono una scevra sfumatura di quello che potremmo fare a meno di dire. Sono la nostra vita, costruiscono il nostro mondo e ci immergono in una sfera motivazionale che dà forma ai nostri sogni. Quando scompaiono, ci ritroviamo tutti avvolti in una grande nuvola grigia: non esistono più colori, non esistono più emozioni; diventiamo degli automi sempre più arrabbiati e sempre meno felici, suscettibili anche alla minima provocazione. 

Ecco che, allora, abbiamo bisogno di ricordaparole proprio come Samu. Samu vede come si sta trasformando la vita, come i grandi sembrino non vivere più. E che mondo sarebbe senza un accenno di sorriso, un saluto, una stretta di mano? Cose piccole e banali che quasi abbiamo smesso di fare. Sempre presi dalla nostra routine ci dimentichiamo di dare un senso alle nostre giornate, di incanalarle in una direzione. Viviamo solo in un funzione nostra e mai con e per gli altri. Siamo vittime di questa nuvola grigia, incapaci di guardare oltre il nostro naso. 

Con una storia avvincente, da leggere tutta d'un fiato, Samu ci ricorda cosa davvero conta: capire che esistiamo se con noi esistono anche le parole per descrivere la nostra esistenza. E, come direbbe Nonnasquì,

Guardate sempre dentro le parole, ci troverete tutto quello che state cercando.

Enrico Galiano

Se davvero ci guardassimo dentro, potremmo scoprire un mondo nuovo, meno rigido, più colorato. Un mondo in cui io esisto solo se l'altro esiste con me e insieme a me. Allora, forse, capiremo che, senza parole, siamo come uno specchio appannato: possiamo scrivere tutto quello che vogliamo, ma mai nessuno sarà in grado di leggerlo.