di Antonella Natalia Mecca

"Nella vita ti trattano come dici che possono trattarti e nessuno può farti star male senza il tuo permesso." Forse, questa è una frase scomoda. È una frase spigolosa, perché racchiude angoli, sfumature e pezzi di vita che preferiamo non vedere, rifiutare, evitare. Eppure, è necessario farlo se vogliamo uscire dal loop di colpevolizzazione e vittimizzazione che, evidentemente, tanto piace. Un piacere disgustato, sofferente. Un piacere che, alla fine, ci fa soltanto del male. 

Paolo Borzacchiello ed Elisa Sednaoui ci fanno entrare nella vita di due ragazzi pieni di insicurezze, paure, drammi più o meno complessi che devono essere risolti. La vita di due adolescenti che si affacciano in un mondo quasi mai amico: insidie e trappole si mescolano a pensieri intrusivi che poco hanno a che fare con la realtà. Infatti, la realtà che ci costruiamo nella nostra mente è, spesso, soltanto una finzione, o funzione della vita che ci ricorda ciò che più ci spaventa. Eppure, se a questa finzione si accompagna il trovare un amico fidato, saggio, e sempre presente, la realtà diventa un luogo più accogliente in cui abitare.

Cosa mai potrà contenere un diario di tanto potente, educativo, creativo? Elisa lo sa: un diario è un luogo magico, dove poter raggruppare pensieri, vite, esperienze. Un diario è una bussola del tempo: orienta la vita in un qui ed ora presente, passato, futuro. Un diario può essere anche l'unico vero amico, confidente, soprattutto se quelli che dovrebbero essere tuoi amici sono solo apparenza, nebbia sfumata pronta ad avvolgerti e a non farti vedere più niente, nemmeno te stesso. Ecco che, in flusso di parole salvate e salvifiche, entriamo in una vita che è un po' la nostra, quella che abbiamo vissuto, che stiamo vivendo, che non vorremmo vivere. Una vita possibile, dove si intrecciano salite e discese, punti esclamativi e punti interrogativi. 

Poi, in questa vita, quella di Elisa e la nostra, entra Paolo: ragazzo schivo, riservato, ma un vero e proprio mago delle parole. Infatti, nella moltitudine di eventi che a volte ci capitano, che a volte facciamo accadere, l'unica vera costante che può modificare il ricordo che abbiamo di un evento, l'esperienza che ne abbiamo fatto, sono le parole. Le parole che usiamo, quelle che vorremmo usare, quelle che con cura evitiamo. Tutto questo struttura il nostro cervello e, di conseguenza, noi stessi. Infatti,

La tua realtà è il risultato delle parole che usi per descriverla.

Paolo Borzacchiello ed Elisa Sednaoui

Allora, puoi scegliere con cura ciò che ti fa stare bene e, con altrettanta cura, evitare ciò che ti fa stare male. È un po' un gioco. Non vince chi non ha paura, ma chi ha paura e resta comunque, non scappa. Chi ha paura e si mostra così com'è: vulnerabile, a volte irascibile, altre volte silenzioso. Siamo pur sempre esseri umani, e pensare che tutto debba andare sempre bene ci inganna. Questo Paolo lo sa, ed è proprio questo che insegna ad Elisa, che insegna a me, che insegna a noi. 

Non c'è libro più bello di quello che ti entra dentro, ti attraversa, ti rapisce e, in un giorno solo, ti dispiega. Non c'è libro più bello di quello che ti lascia senza parole, ma, poi, le parole te le fa ritrovare, pensare, usare. Questo è uno di quei libri. E, chi lo legge, lo ha letto o lo leggerà capirà che, davanti ad una realtà in cui la regola d'ordine è sempre conformarsi, la vera differenza la fa chi, questa verità, se la racconta in modo diverso.