Spatriatidi Mario Desiati | |
Genere: Narrativa contemporanea | Prima pub.: 2021 |
Formati disponibili: Cartaceo,Ebook | Link Amazon |
Scheda libro completa |
Il fremito della giovinezza fa sempre un po' paura. Genera un misto di ansia, per quello che è in procinto di essere, e nostalgia, per quello che hai vissuto e, che, sai non ritornerà. Soprattutto se te lo sei lasciato alle spalle. Soprattutto se, quelle spalle, decidi di non voltarle più.
L'atrio di una scuola. Tanti ragazzi che si accalcano, si rincorrono, fanno l'occhiolino alla vita che li attende. E, poi, loro. Claudia e Francesco. Francesco e Claudia. Due ragazzi così diversi, due ragazzi così divisi e, allo stesso tempo, uniti da un segreto, una vicenda che deve essere taciuta per i tempi che corrono e le voci sempre inopportune, sempre fuori luogo. Un amore che cresce giorno dopo giorno. Un amore inusuale, non carnale. Un amore forte, come tutti i veri amori sanno essere, come solo i veri amori sanno essere. Un amore che ti prende per mano e ti accompagna, al di là della logica, al di là della passione, al di là di quello che lo stesso amore ti può dare.
Francesco si è sempre sentito diverso, inadeguato in molti contesti, lontano dalla vita e vitalità che scorre nelle campagne di Martina Franca. Quelle stesse campagne che ti entrano dentro, quell'aria che ti fa respirare dolcezza. Quell'aria che ti accompagna durante l'estate, quando ti guardi intorno e non credi alla bellezza che ti circonda. Quella bellezza che solo il sapore di casa ti può dare. Quella bellezza senza tempo e senza storia, intoccata e intoccabile, che Francesco tanto rimpiangerà. Da bravo ragazzo e diligente qual è, non si lascia affascinare dalla libertà che, invece, impera nella vita di Claudia. Studia, inizia a fare un lavoro che gli permette, prima, di vivere, poi di guadagnare bene. Fa quello che gli altri si aspettino faccia, solo quello che gli altri si aspettino faccia. Ma, a lasciare andare i propri sogni, a inseguire soltanto i comandi di una società sempre troppo stretta, si finisce un po' per morire. Morire lentamente, senza che nemmeno si abbia il tempo di rendersene conto. Perché, poi, ti si riversano contro, quei tuoi stessi sogni, a ricordarti che ci sei, esisti, anche dietro la corazza che ti sei costituito.
E, Francesco quella corazza l'ha ben levigata, per anni. L'ha accudita, usata all'occorrenza. Ha rinnegato la sua fede, il suo credo, il suo essere, per una fede che lascia indietro chi, indietro, già c'è di suo. Ma, arriva un momento nella vita in cui sai di essere ad un bivio, e non ti resta che scegliere. Scegliere se continuare ad armarti e lottare, o iniziare ad amarti e lottare, sì, ma per quello che ti fa stare bene, quello che per anni hai lasciato indietro, quello che per anni hai dimenticato. Ecco che, allora, Francesco fa il grande salto nel buio. Un buio che lo accoglie. Un buio che lo fa sentire luminoso come non è mai stato.
Libertà e sfrenatezza si incontrano, si rincorrono, si uniscono. Non c'è più solo Francesco. Non c'è più quel Francesco. C'è una persona nuova, che ha bisogno di esprimere tutto ciò che ha represso negli anni. C'è una persona finalmente libera di essere sé stessa. C'è una persona con tante e nuove consapevolezze. Come quella che si possono amare molte persone in modi diversi, che non esiste un'unica forma di amore, ma tante quanti sono i sentimenti di ognuno. Perché
Un capriccio che non puoi soffocare, un virus che non riesci a debellare.
Tante cose si possono imparare da chi, per la società, è sempre stato considerato un ultimo, un perdente, uno spatriato. Ma, anche da spatriati, soprattutto da spatriati, si può vivere una nuova vita, molto più vera, molto meno rigida. Una vita in cui esisti tu e la vita stessa, nient'altro ti scalfisce, nient'altro ti addolora. Perché, ad aver toccato il fondo, ad aver annusato quale odore faccia la terra senza acqua, risali con più forza, con più vigore, con più coraggio. E, di coraggio ce ne vuole per continuare ad essere, sempre e comunque, uno spatriato.