Una vita non bastadi Enrico Galiano | |
Genere: Letteratura e narrativa | Prima pub.: 2024 |
Formati disponibili: Cartaceo,Ebook | Link Amazon |
Scheda libro completa |
È l'adolescenza, quella meravigliosa fase della vita in cui si hanno tante domande, e poche risposte. È l'adolescenza, quella bellissima fase della vita in cui gli ormoni vanno un po’ dove vogliono, rendendo confuse e contorte anche le sensazioni più basilari. Teo Limiti lo sa, che ogni tanto bisognerebbe mettere in pausa il mondo, se solo il mondo non fosse costantemente online, e tutto il resto viaggiasse, invece, offline.
Teo Limiti conduce un'esistenza che si potrebbe definire “normale”. Va a scuola, come tutti. Ha una famiglia, come tutti. Anche se non è semplice convivere con l'idea che sua madre sia fisicamente dall'altra parte del mondo, e suo padre, accanto a lui, sia ugualmente dall'altra parte del mondo: con lo sguardo, con le orecchie, con il cuore. Ha una passione o, meglio dire, ossessione, per i romanzi di Stephen King. Ama i Pinguini Tattici Nucleari. Eppure, dentro di lui c’è un fuoco irrefrenabile, una luce accecante: luce che acceca perfino sé stesso, che lo fa deviare molto spesso dalla retta via, che gli fa scoprire strade alternative, mondi alternativi.
Un lungo ciuffo nero davanti al viso è ciò che gli serve per restare invisibile agli occhi degli altri. Come se il ciuffo sia la sua arma segreta di distruzione di massa di tutte le ansie, le paure, le angosce che, l’essere visti, può provocare. Perché, essere visti dagli altri significa, innanzitutto, essere visti da sé stessi: i punti ciechi dentro di noi, diventano punti ciechi nelle persone che ci stanno accanto, segreti indicibili, taciuti accuratamente. Stiamo tutta una vita vicino ai nostri cari, senza chiederci mai come loro stiano, senza conoscere le loro più grandi paure, senza sapere quale sia, o quale sia stato, il loro più grande amore. La condivisione è sempre, e solo, ormai, una condivisione via social, ma non sociale, non reale.
Se è vero, come dicono, che dietro ad ogni grande uomo ci sia una grande donna, Teo non è, allora, l'eccezione che conferma la regola: non c’è Teo senza Peach, e non c’è Peach senza Teo. Due migliori amici che, le giornate, se le migliorano per davvero. Due migliori amici che conoscono ogni singolo centimetro di corpo che riveste la loro pelle. Due migliori amici che riconoscerebbero il suono delle proprie voci in mezzo ad una miriade di altre voci. Due migliori amici che, insieme, suonano una melodia silenziosa, che solo loro conoscono, che solo loro possono riconoscere. La confusione che c’è nella testa di Teo, Peach la sa spegnere. La tristezza che c’è sul volto di Teo, Peach la sa annientare. Il grasso depositato sulle mani di Peach diventa il collante di un legame profondo, viscerale.
Ma, il file rouge della vita di Teo, la foglia d’oro che incolla i cocci rotti delle sue domande, le crepe delle sue paure, è il professore Francesco Bove. Un professore incontrato per caso, che gli insegna come eludere il caso, come seguire, e inseguire, il senso della vita. Perché,
Non è importante quello che si fa, nella vita, ma come ci si sente mentre lo si fa. Quanta vita scorre, in quello che facciamo. E, quanta vita potrebbe scorrere in quello che desideriamo fare, se solo lo iniziassimo a fare, se solo non ci impedissimo di farlo.
Una vita non basta, allora, per conoscerci. Una vita non basta, per amare, perché l'amore va al di là della vita stessa. Una vita non basta, per capire quello che vogliamo davvero. Una vita non basta, per sanare tutte le ferite che ci portiamo dietro. Una vita non basta, per imparare a puntare in alto, a volare alto. Ma, Teo basta, per ricordarci quanto siamo umani nelle nostre paure, quanto c’è di nostro anche in quello che non riconosciamo. Teo basta, per capire che la retta via, in realtà, non esiste, perché non sono solo le autostrade a portarci al mare, ma tutte le strade, tortuose e curve, che, in quel mare, si perdono. E, se anche una vita non basta per imparare a vivere, noi, invece, bastiamo sempre a noi stessi. Noi che, di quella vita, ne siamo i protagonisti indiscussi.