Rinchiuso nel campo di internamento, il poeta ebreo polacco Itzak Katzenelson nell'autunno del 1943 inizia a scrivere il «Canto». Lo seppellirà dentro tre bottiglie tra le radici di una quercia, dietro il filo spinato del campo di Vittel, in Francia. Il manoscritto verrà ritrovato grazie alle indicazioni fornite dalla sopravvissuta Miriam Novitch e pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1945. Questa edizione è a cura di Erri De Luca che del libro dice: «Ho imparato lo yiddish per arrivare al "Canto". [...] Traduco il "Canto" perché è il canto dei canti, il vertice in poesia dell'esperienza della distruzione. [...] Nel "Canto" c'è la vita feroce che vuole resistere con parole proprie e sceglie per resistenza la poesia».