"Le storie di questo libro stanno nel perimetro di quattro cantoni: un'età giovane e stretta, di preludio al fuoco; una città flegrea e meridionale; la materia di qualche libro sacro; gli anni di madrevita operaia di uno che nacque in borghesia. Il possedimento, minimo per un passante, è stato immenso per chi ci si è fermato. Esso rinchiude per attrazione un me narrato, più che un io narrante, qualche tu femminile scalzo e ben piantato per terra, un noi premessa di frantumi. I pronomi sono frutti che maturano in stagioni diverse. Qui vengono colti acerbi, prima che si carichino di succhi e di sé. Avvengono dei colpi fortunati, qualche salvataggio. Si sbatte a zonzo tra i limiti del campo come biglia di flipper. Resistere al suo piano inclinato è l'ordine del gioco, non finire in buca. L'ultima storia rammenta un'antica uscita di emergenza: in alto a sinistra."