Verona, inizio secolo. Isolina Canuti, la giovane amante del tenente Trivulzio, rimane incinta; costretta ad abortire, muore durante l'intervento, e il suo corpo, fatto a pezzi, viene gettato nell'Adige. L'esercito viene coinvolto, le prove cancellate, i testimoni intimiditi, finché l'inchiesta si insabbia. L'esistenza di Isolina, ritenuta quasi incidentale dal padre stesso, che rinuncia a costituirsi parte civile nel processo, viene cancellata, rinnegata, oltraggiata. Ottant'anni dopo, una donna che invece conosce autonomia, libertà e successo torna a indagare e, dopo una paziente ricostruzione della vicenda, sui giornali del tempo e le carte processuali, affida alla scrittura il riscatto, morale e intellettuale, di una giovane vittima del pregiudizio e dell'ipocrisia maschile.