Il romanzo si apre su una Roma decadente di fine millennio, in pieno Giubileo. L'Italia, con la sinistra di governo, sta vivendo un momento storico particolare: all'apparente ripresa economica si contrappongono fenomeni allarmanti come la malavita, le "nuove povertà", le "vecchie" tossicodipendenze e, più in generale, lo sbandamento di una nuova generazione. Vivere alla giornata è l'imperativo che si è dato Franz Maria, la voce narrante e, quando arriva nella capitale da una cittadina della Puglia, non trova di meglio che farlo tra i reietti della stazione Tiburtina, circondato da un caleidoscopio di personaggi uniti in una sorta di "corte dei miracoli" underground di fine millennio.