Un ingenuo e provvisorio abitante del mondo - o meglio, forse: «di un bordo del mondo, sempre a pelo della sparizione» -, racconta della sua crescita e formazione così come la rivisse nei tre anni fatali in cui il nucleo più importante dei suoi affetti (una zia, la madre e infine il padre, a brevi intervalli) venne precocemente a mancargli. Uno spazio di tempo sospeso tra sogno e sfacelo, su un tempo «faticoso ma bello», conosciuto da una specie di «cervello totale», formato da lui stesso e dalla parte di sé che quegli affetti ritenevano gelosamente, che attraversa esperienze nuove e ridefinisce le antiche, finendo col riepilogare un mondo e annotarne per sempre i suoi più vitali significati.